SPAZIOTEMPISMO

il Movimento

Il “NUOVO” indica una rottura con il momento storico, superando le regole esistenti Oggi

SpazioTempismo

la concettualizzazione risale al 2011

– Le necessità sociali che danno origine al Concetto.
– Presentazione Programmatica.
– Percepire il disagio sociale nel mondo globale attraverso l’Arte e lo SpazioTempismo
  nei primi decenni del XXI secolo.

Certamente il disagio che in questi decenni stiamo provando, non è dato dalla mancanza delle essenziali necessità di sopravvivenza fisica, ma da un disagio che ci rende insofferenti, irrequieti, insicuri. I messaggi, le informazioni, le narrazioni che inondano la società sono frammentarie, incomplete, di parte, faziose, tendenziose e provocatorie. Queste sono sfaccettature di una realtà vista da una sola delle molteplici prospettive, a volte sfilacciate e diluite nel tempo.
Pertanto il mondo contemporaneo deve essere osservato attraverso più punti di vista distinti, differenti, e da più prospettive. Questo è quanto “richiede” oggi la società oramai globalizzata, dove non è chiaro cosa stia veramente succedendo a causa dei continui mutamenti in atto: guerre, rivolte, strategie, cambiamenti rapidi e spesso anche contraddittori tra di loro, che vanno a comporre una sorta di mosaico tridimensionale frammentato e in continuo mutamento.
Da questo panorama deriva la necessità di dover obbligatoriamente osservare il mondo da più prospettive, da molteplici angolazioni, così come è sempre accaduto sin dagli albori dell’umanità, come quando l’essere umano si spostava da un punto all’altro per meglio vedere e “inquadrare” ciò che al momento era un pericolo per la sua vita.
Il pericolo poteva essere rappresentato da una belva, un dirupo, un imprevisto o qualcosa di sconosciuto, quelle immagini che sono tra una prospettiva e l’altra, immagini “superflue non necessarie”, venivano inconsciamente “cancellata” dal cervello concentrandosi così sulla minaccia, evitando quindi il pericolo e assicurare la salvezza della sua vita.
Quindi da sempre nel nostro cervello è presente una sorta di “App”, come avviene negli Smartphone, che elimina dal sistema occhio-corteccia cerebrale quelle immagini presenti tra una prospettiva e l’altra ma che sono sfuggenti. In queste circostanze è la “Coscienza Ragionata” del “Visivo Assoluto” a renderci consapevoli di tutto, e con la conoscenza della persistenza dell’immagine nel sistema “occhio-corteccia cerebrale”, permette agli autori di opere d’arte di esprimersi raffigurando “l’Apparente Invisibile”, cioè la sfuggente immagine non ben fissata nella memoria, rappresentabile con le dematerializzazioni, ri-materializzazioni e anche con eventuali distruzioni totali dell’immagine cioè assenza dell’immagine.
Dunque oggi non basta più soltanto essere coscienti di tutto ciò, occorre vedere e poter rappresentare, in arte anche le immagini dei momenti di transizione da una prospettiva all’altra, facendo emergere quelle sagome sfumate, evanescenti, che normalmente “cancellate” dalla mente, uniscono le varie prospettive che si fissano nella mente.
Questo atteggiamento mentale si ricollega alla visione multi-prospettica che necessariamente si deve avere per narrare energicamente il nostro pensiero alla società contemporanea. Questo perché i vari filtri che la società stessa ci propina, non ci permettono di cogliere il corretto significato e il valore di ciò che stiamo vivendo, se non si andasse a coglierne i valori tra una prospettiva e l’altra.
Quindi è importante vedere e mostrare l’invisibile che esiste e che stiamo vivendo ma che non vogliamo o non possiamo vedere. È proprio la rappresentazione di questa nuova visione che fa percepire con le sue dematerializzazioni, distruzioni e
ri-materializzazioni, delle sagome dei soggetti rappresentati, l’essenza e la sostanza del mondo globale in cui viviamo.

Ecco dunque che l’arte ci viene incontro e ci aiuta con il nuovo concetto definito SpazioTempismo.

C’è una domanda che occorre porsi prima di continuare: perché voler adottare un nuovo linguaggio che rappresenti lo Spazio-Tempo con continuità nelle immagini?
Che il mondo e la società in cui viviamo siano sempre in una evoluzione continua che interessa le abitudini, la cultura, le tradizioni pratiche e le discipline artistiche, è una constatazione ormai assodata. Per rendersi conto di tale fenomeno basta esaminare l’evolversi dei linguaggi artistici, ponendo semplicemente l’attenzione, per esempio a quanto succede nel luogo dove si abita.
Questo discorso è valido per tutte le discipline artistiche; la visione che si costruisce nella mente è quella che si ha non solo a partire da ciò che si vede con gli occhi, da ciò che è stato e dall’esperienza di vita, ma anche da ciò che non si vede.
Oggi oramai anche in tutte le discipline artistiche ogni autore è una unicità a sé, dove questo insieme di, anche eccellenti, unicità sta diventando un “rumore di fondo” nel panorama artistico, senza dare un’incisività di pensiero o l’identificazione in un concetto più ampio.
Ogni linguaggio vive un costante processo di modifica, di evoluzione per adattarsi al mondo nel quale viene usato. Pensiamo un attimo se un secolo fa avessimo utilizzato le parole: smartphone, computer, led, digitale e molte altre ancora, nessuno avrebbe potuto intendere di che cosa si stesse parlando.
Potremmo quindi dire che non parlavamo una lingua comprensibile?
No, oggi abbiamo solo trovato parole che indicano nuovi oggetti, concetti, idee.
Introdurre e sviluppare un nuovo linguaggio, e quindi nuovi concetti, nell’arte e nella società in generale per estenderne il campo di visione, non è qualcosa che deve preoccupare, spaventare o far gridare al sacrilegio.
Si tratta soltanto del normale sviluppo di un linguaggio visivo ed espressivo in evoluzione.
Veniamo quindi al fulcro di questo discorso, ossia il linguaggio visivo, che comprende tutta l’arte compreso quello dello Spazio-Tempo; questo è un concetto che ne contiene tre al suo interno:
il primo rappresenta il solo Spazio, il secondo rappresenta il solo Tempo e il terzo, quello che ci interessa, è ciò che rappresenta contemporaneamente sia lo spazio multi-prospettico sia la continuità del tempo rappresentato: lo “SpazioTempismo”.
Da sempre all’interno di una società il linguaggio dell’immagine è un elemento culturale potentissimo. Questo perché il linguaggio dell’immagine non è soltanto un insieme di figure o elementi grafici che servono a descrivere il mondo, ma è uno “strumento” che crea il mondo, perché è possibile pensare, rappresentare e parlare solo di ciò che si conosce attraverso il linguaggio; con nuovi linguaggi e modi espressivi si comunica e si crea ancora di più. Un linguaggio che non si modifica è un linguaggio morto, e un linguaggio che non abbraccia l’arte, è un linguaggio che altro non fa che descrivere il mondo chiuso nel passato.